L’attività calcistica femminile in Italia è un movimento in continua crescita, anche se con numeri ancora inferiori rispetto a quelli delle principali realtà europee e mondiali: nel 2015 erano 23.196 le calciatrici tesserate per la Federcalcio (12.129 le Under 18) e 659 le società registrate, delle quali 64 partecipanti ai campionati nazionali (Serie A e B).
Ma anche la crescita del calcio femminile in Europa non si ferma: secondo l’U.E.F.A., nel 2017 le calciatrici tesserate sono cresciute del 7,5% rispetto al 2016, e l’interesse nel Vecchio Continente continua a salire.
Nel 2017 il calcio femminile ha infatti ricevuto una notevole spinta con il più grande U.E.F.A. Women’s EURO di sempre che ha visto in Olanda la partecipazione di ben 16 squadre, facendo registrare numeri da record sugli spalti e in TV.
Qualcosa, così, si sta muovendo anche in Italia. Nelle ultime stagioni infatti dalla F.I.G.C. è arrivata una corposa spinta al movimento, attraverso le squadre di Serie A maschile. Alcuni obblighi sono già stati introdotti negli ultimi anni, in particolar modo riguardanti l’obbligo di tesserare un determinato numero di calciatrici Under 12.
In alternativa, la F.I.G.C. considera l’impegno rispettato se la società «acquisisce il titolo sportivo, ovvero partecipazioni di controllo, di una società di calcio femminile affiliata alla F.I.G.C. partecipante ai Campionati di Serie A o di Serie B» oppure se la società «conclude accordi di licenza, per l’utilizzo della denominazione, del marchio e dei segni distintivi, validi per la stagione sportiva 2016/2017 con società di calcio femminile affiliata alla F.I.G.C. partecipante ai Campionati di Serie A o di Serie B, con sede nella stessa provincia».
Sono state varie, così, le squadre che hanno concluso accordi di questo tipo: in questo momento, nella Serie A femminile sono presenti le corrispettive squadre femminili di Juventus, Fiorentina, Chievo Verona (tramite il Valpolicella), Empoli e Sassuolo, mentre in Serie B sono presenti la Lazio ed anche l’Inter.
Tuttavia, nonostante la crescita, il movimento è ancora lontano rispetto ai numeri delle big europee.
I numeri
Dal punto di vista dei numeri generali, in Europa nel 2017 si è passati da 1.270.000 a 1.365.000 calciatrici tesserate: Inghilterra, Francia, Germania, Olanda, Norvegia e Svezia ne hanno più di 100.000 ciascuna.
Crescita rapida anche per quanto riguarda le calciatrici professioniste e semi-professioniste, che sono più che raddoppiate in quattro anni (da 1.680 a 3.572).
La situazione in Italia è ben diversa. Le calciatrici tesserate nel 2017 sono state 23.665, di cui 10.918 sopra i 18 anni: numeri in miglioramento, con una crescita del 7% dal 2013.
Numeri comunque inferiori rispetto alle altre nazioni europee: la Germania ha 200.000 tesserate, Inghilterra, Svezia, Norvegia e Francia oltre 100.000, Danimarca 60.000, Spagna 46.000, Finlandia 32.000.
In Italia, inoltre, nessuna è una calciatrice professionista (per un approfondimento: vedi News 4/2017). Se invece guardiamo alle altre nazioni, sono presenti calciatrici professioniste in Inghilterra, Finlandia, Francia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Spagna e Svezia. In Danimarca e Germania, invece, sono presenti calciatrici semi-professioniste.
Così, nella D1 Feminine in Francia, secondo il Global Sports Salaries Survey 2017 di Sporting Intelligence, le calciatrici hanno percepito uno stipendio da €. 42.000,00 di media, con picchi fino a €. 160.000,00 per le calciatrici di Lione o PSG, le due squadre più quotate.
Numeri minori di tesserate che portano così ad un numero minore di squadre e, anche, ad un budget inferiore alle altre nazioni.
Secondo l’U.E.F.A, nel 2017 in Italia il budget riservato al calcio femminile dalla F.I.G.C. è stato pari a 4,2 milioni: la FA inglese ha investito 15,4 milioni, in Francia 9,9 milioni, in Norvegia 7,7 milioni, in Svezia 5,7 milioni. E anche in nazioni come Danimarca (3,4 milioni) e Ungheria (3,3 milioni) si investe quasi quanto in Italia.
Insomma: la strada per seguire l’esempio della Norvegia (dove uomini e donne in nazionale avranno lo stesso compenso) sarà certamente difficile da seguire, ma in Italia il calcio femminile prosegue nella sua crescita costante.
Brevi cenni storici
In Italia il calcio femminile fece le sue prime esperienze nel 1946 a Trieste, dove furono fondate due squadre (la Triestina e il San Giusto), che per un po’ di tempo girarono la penisola per portare il vessillo della città, allora amministrata dalle autorità anglo-americane. Le calciatrici, negli intenti delle forze politiche promotrici dell’iniziativa, avrebbero potuto contribuire a risvegliare negli italiani sentimenti di amore patriottico per Trieste.
Un secondo momento è riconducibile alla baronessa napoletana Angela Attini di Torralbo, consigliere nazionale del Partito Nazionale Monarchico, che vedeva nello sport una strada per conquistare consensi. Grande appassionata di calcio, si impegnò nella propria opera di propaganda con la fondazione nella sua città di tre squadre, riunite nel 1958 nell’Associazione Italiana Calcio Femminile (A.I.C.F.). L’iniziativa, nonostante la nascita di due squadre capitoline, Lazio e Roma, si spense presto.
Un terzo momento si ebbe a Milano nel 1965, ancora una volta ad opera di una donna, Valeria Rocchi, che fondò due squadre con il sostegno del presidente dell’Internazionale, Angelo Moratti. Di lì a poco, prima in Liguria, poi in Toscana e in Emilia cominciarono a sorgere nuovi club, tanto che nel 1968 fu costituita a Viareggio la Federazione Italiana Calcio Femminile (F.I.C.F.), che nello stesso anno promosse il suo primo campionato nazionale, vinto dal Genova. Alla vittoria del Genova nel primo campionato nazionale seguì nel 1969 quella della Roma.
La F.I.C.F., nel frattempo diventata Federazione Femminile Italiana Gioco Calcio (F.F.I.G.C.), riuscì in poco tempo a creare un sistema agonistico complesso con due serie di campionati (A e B), a cui si aggiunse dal 1971 un torneo di Coppa. Nel 1986 si ebbe la svolta più importante, quando nell’ambito della Lega Nazionale Dilettanti della F.I.G.C. fu costituito il Comitato Nazionale Calcio Femminile.
Il calcio femminile italiano ha recitato nel panorama internazionale un ruolo non secondario. Terze ai primi campionati europei, disputati dal 1982 al 1985, le azzurre hanno occupato nelle classifiche delle successive manifestazioni internazionali posizioni di rilievo, conquistando il secondo posto in Europa nel 1993 e nel 1997, precedute dalle norvegesi e dalle tedesche che con le svedesi e le americane sono state fino ad ora le maggiori protagoniste della scena mondiale.
La situazione in Italia, oggi
Alla F.I.G.C. è demandata la strategia di sviluppo del settore e l’attività delle Nazionali, che annovera dalla stagione 2015 ben 5 Selezioni, dalla A all’Under 16 più la Nazionale di Calcio a 5.
Il 26 marzo 2015 il Consiglio Federale ha approvato le Linee programmatiche per lo sviluppo del Calcio Femminile con lo scopo di avviare un programma di rilancio del movimento calcistico femminile in Italia, finalizzato a produrre un miglioramento degli standard in termini quantitativi e qualitativi.
L’attività agonistica femminile di club rientra invece all’interno delle competizioni della Lega Nazionale Dilettanti, che ne organizza lo svolgimento sia a livello Nazionale (Serie A e B) attraverso il Dipartimento Calcio Femminile, sia a livello periferico, attraverso i Comitati Regionali e le Delegazioni Provinciali (Serie C e D).
Ai campionati di Serie A e Serie B, che vedono iscritti rispettivamente 12 e 57 club localizzati su tutto il territorio nazionale, si aggiunge il Campionato Primavera, riservato alle calciatrici nate dopo il 1° gennaio 1997.
Partecipano alla Coppa Italia le società di Serie A e B, con la vincente che all’inizio della stagione successiva affronta la squadra campione d’Italia nella Supercoppa.
Nelle competizioni internazionali per club, all’Italia sono riservati due posti nella U.E.F.A. Champions League Femminile, assegnati alle prime due società del campionato di Serie A.
A livello giovanile, il Settore Giovanile e Scolastico della F.I.G.C. è impegnato in numerosi progetti rivolti all’attività di base, sia attraverso attività rivolte alle scuole che alle squadre giovanili delle società affiliate.
Inoltre dal 2014, la F.I.G.C. ha inserito la categoria “Calciatrice italiana” nella Hall of Fame del Calcio italiano, il premio riservato alle leggende del nostro calcio: ad oggi ne sono entrate a far parte Carolina Morace nel 2015, Patrizia Panico nel 2016, Melania Gabbiadini nel 2017, ed Elisabetta Vignotto nel 2018.
Gli organi della F.I.G.C.
Il Comitato Esecutivo per il Calcio Femminile è stato costituito a seguito di vari incontri fra le componenti federali e ratificato nella seduta del Consiglio Federale del 31 Agosto 2015; composto da un ristretto numero di Consiglieri Federali e coordinato dal Presidente Federale, ha l’obiettivo di dare impulso a livello politico per l’indirizzo delle nuove strategie per il Calcio Femminile.
La Commissione Federale per la Promozione e lo Sviluppo del Calcio Femminile, nominata dal Consiglio Federale ogni quattro anni e composta dal Presidente Federale, dal Presidente della L.N.D., dai Presidenti delle componenti tecniche e da un rappresentante designato da ciascuna delle altre componenti, è stata istituita con Comunicato Ufficiale n.110 del 10 Gennaio 2013.
La prima riunione di insediamento si è tenuta il 6 Marzo 2013. Alle riunioni possono essere invitati il Coordinatore-referente del Dipartimento Calcio Femminile, un rappresentante delle società, un rappresentante degli atleti e uno dei tecnici rispettivamente indicati dal Presidente della L.N.D. e dai Presidenti delle componenti tecniche.
In data 2 Febbraio 2015 la F.I.G.C. ha costituito, all’interno dell’Area Sviluppo, un’unità dedicata allo sviluppo e alla promozione del Calcio Femminile alla quale è demandato il coordinamento per quanto riguarda:
Il Dipartimento Calcio Femminile della L.N.D., istituito nel Gennaio 2013 dal Consiglio Federale in luogo dell’ex Divisione e posto direttamente all’interno della Lega Nazionale Dilettanti, dipende dal Presidente L.N.D., che può nominare un suo delegato.
Il Consiglio è così composto: 2 rappresentanti di area Nord, 2 di area Centro e altrettanti di area Sud (Presidenti o delegati delle società).
Il Presidente della L.N.D. nomina inoltre un Coordinatore scegliendolo tra i sei Consiglieri, e un Segretario.
Il Dipartimento svolge a sua volta funzioni di raccordo con i Responsabili Regionali del Calcio femminile che fungono da coordinatori delle attività nel territorio di competenza.